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Un fantasticar di morti: i "Racconti fantastici" di Iginio Ugo Tarchetti

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(di DEBORAH MADURINI) - “Nato pel cielo, e tutto in quello assorto” : con queste parole Emilio Praga dipinge, in occasione della prematura scomparsa, Iginio Ugo Tarchetti, artista d'animo oltremodo sensibile, travagliato da profonde e cupe malinconie. E sono parole, quelle di Praga, che trovano conferma, oltre che nella vita, anche nell'opera letteraria di Tarchetti e in particolar modo nella sezione fantastica di quest'ultima, il cui esito forse più riuscito è quello dei Racconti fantastici , pubblicati nel 1869 per conto dell'editore Treves. Per Iginio Ugo Tarchetti, infatti, fantastico significa ricercare nel proprio mondo interiore, governato da leggi mistiche e irrazionali, la via di fuga da una realtà che, incapace di comprendere la sua astrattezza lo opprime al punto di spingerlo a vagheggiare la morte. Fantastico è per Tarchetti ripiegamento su di sé, sul proprio io interiore, ma al contempo è inesausta tensione verso l'ignoto e il soprannaturale il