"24 a mezzanotte", la raccolta di racconti italiani per un'estate coi brividi

In libreria è appena uscita la raccolta di racconti "24 a mezzanotte", curata da Giuseppe Maresca e Luca Raimondi, cioè i fondatori di questo blog, "Il gorgo nero". Un'opera che contiene 24 illustrazioni di Fabio Lastrucci e una prestigiosa prefazione di Claudio Chiaverotti.
Ecco gli autori: Stefano Amato, Danilo Arona, Corrado Artale, Vincenzo Barone Lumaga, Andrea Carlo Cappi, Fabio Celoni, Maurizio Cometto, Antonio Ferrara, Antonella Ferraris, Pietro Gandolfi, Roberto Grenna, Andrea Guglielmino, Fabio Lastrucci, Nicola Lombardi, Angelo Marenzana, Giuseppe Maresca, Gianluca Morozzi, Angelo Orlando Meloni, Massimo Padua, Barbara Panetta, Biagio Proietti, Luca Raimondi, Lea Valti, Daniele Zito.
Pubblichiamo qui di seguito l'introduzione dei curatori:

"Quest’antologia è un sogno che si realizza.
Da bambini abbiamo iniziato a nutrirci di paura con gli ormai datati fumetti horror di Zio Tibia e quelli più contemporanei con protagonista Dylan Dog. Abbiamo poi esplorato i nomi più celebri dell’horror, da Stephen King a Clive Barker, recuperando inevitabilmente i grandi classici, da Poe a Lovecraft, finché a un certo punto ci siamo accorti che mancava qualcosa. Il Maine di King o la Providence di Lovecraft erano luoghi suggestivi, che alimentavano le nostre fantasie, tuttavia non capivamo perché solo quelle lontane cittadine degli Stati Uniti dovessero ospitare tutti gli orrori del mondo. Non avevamo forse anche noi italiani delle fognature in cui potessero celarsi pagliacci malefici o divinità pre-umane gorgoglianti e dispensatrici di follia? Non erano forse i paesini del Piemonte o persino dell’assolata Sicilia scenari altrettanto validi per accogliere gli archetipi universali della paura? Nel cinema degli anni Settanta e Ottanta, in particolare, abbiamo trovato la risposta: era possibile trapiantare nei sobborghi della Basilicata (Non si sevizia un paperino, di Lucio Fulci), nelle grandi città (la Torino di Profondo rosso di Dario Argento, la torrida Roma di Macchie solari di Armando Crispino) o ancora nelle paludi della provincia ferrarese (La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati) storie del terrore di straordinaria efficacia. Tuttavia si trattava di eccezioni, legate per lo più agli ormai trascorsi anni Settanta, dopodiché più spesso anche gli horror italiani avevano cambiato indirizzo e ambientazione trasferendosi prevalentemente oltre oceano, quasi risultasse ridicolo l’accostamento tra quel tipo di storie e il nostro Paese. E purtroppo la letteratura era ancora più restia a lavorare sulle potenzialità orrorifiche del nostro contesto nazionale. Non è peregrino ricordare tentativi fugaci, limitati peraltro a edicole e fumetterie, come la pionieristica rivista Horror (Sansoni), curata da Alfredo Castelli e Pier Carpi, in cui, tra il 1969 e il 1972, trovarono collocazione racconti fantastici ambientati in Italia scritti da autori tutt’altro che secondari come Buzzati o Arpino. Sugli scaffali delle librerie la situazione è rimasta per decenni desolante. Vogliamo almeno ricordare Magia rossa di Gianfranco Manfredi, ambientato a Milano, uno dei pochi titoli validi disponibili negli anni Ottanta, o l’antologia Gli eredi di Cthulu curata da Gianfranco De Turris, del 1990. Un’altra antologia del ’96, pur non proponendo narrazioni legate al sovrannaturale, Gioventù cannibale, curata da Daniele Brolli, con le sue provocazioni splatter e il suo linguaggio nudo e crudo ha suscitato attenzione e ha creato diatribe feroci tra sostenitori e detrattori, contribuendo in qualche modo a scompigliare le carte nei paludati salotti letterari, illudendoci che dagli eccessi sanguinolenti nella peri-feria romana all’horror stricto senso il passo fosse breve. Scriveva Brolli nella sua prefazione che dal narratore italiano “ci si aspetta che racconti storie di vita e che ne faccia merletto con l’uncinetto di una sintassi elaborata, ma il sangue deve essere omesso”. E ancora: “questa antologia ha l’ambizione di essere il segnale di una svolta dell’immaginario”. La svolta c’è stata, ma è rimasta confinata al ben più realistico “giallo”, che è stato assimilato dalla nostra cultura e utilizzato per raccontare il nostro tempo e la nostra società.
I tentativi di far sorgere quasi dal nulla una tradizione nostrana del fantastico sono rimasti relegati in una nicchia di coraggiosi esperimenti tentati da validi autori che tuttavia non hanno trovato largo consenso e confortanti risultati editoriali. Il nuovo millennio è stato inaugurato alla grande dagli agghiac-cianti racconti di Eraldo Baldini in Gotico rurale (Frassinelli, 2000), tuttavia le divagazioni fantastiche hanno continuato a latitare. Abbiamo parlato di un sogno, in apertura: il sogno di vedere raccontata un’Italia che non è priva di elementi oscuri, sanguinari, raccapriccianti, arcani e paurosi. Il sogno di non essere costretti a viaggiare fino alle nebbiose periferie inglesi di Ramsey Campbell o le aride distese del Texas di Joe R. Lansdale. Ci siamo rivolti a ben 24 scrittori che, da nord a sud, hanno realizzato questo nostro antico sogno da lettori che confidiamo sarà apprezzato, se non dal grande pubblico, quantomeno dagli appassionati del genere. Vogliamo ringraziarli per la loro disponibilità e pazienza nell’assecondare questo vecchio, forse necessario, capriccio. È doveroso ringraziare inoltre Moreno Casciello e Viviana Calabria di Milena Edizioni per averci consentito di realizzare questa pregevole pubblicazione che può vantare anche le puntuali suggestioni grafiche di Fabio Lastrucci, che ringraziamo doppiamente nella sua duplice veste di narratore e illustratore. Abbiamo citato Dylan Dog in apertura e poter vantare il supporto e la prefazione di Claudio Chiaverotti, storico sceneggiatore di quella serie a fumetti (e a seguire di tante altre di grande valore, da Brendon a Morgan Lost), è quasi come chiudere idealmente un cerchio. Già tristi per la dipartita di Giuseppe Lippi, uno dei più attivi cultori e sostenitori italiani del fantastico, mentre scriviamo queste righe apprendiamo della morte di Andrea G. Pinketts, stimatissimo scrittore con cui abbiamo avuto la fortuna di collaborare in un precedente analogo progetto. A lui dedichiamo quest’opera.

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