Il gioco ispirato a "Stranger things" approda a Catania
Qualcosa di oscuro serpeggia tra le strade di Upsideville. Le persone spariscono senza lasciare tracce. Le rare volte in cui riesci a incrociare gli sguardi di amici e vicini riconosci la paura nei loro volti. Gli occhi sgranati ti trasmettono un muto per quanto gelido messaggio dettato dalla disperazione: “Cosa ci sta succedendo? Non voglio essere il prossimo…”
Con queste poche righe il regolamento introduce il gioco, limitato a due giocatori che si sfidano in un tiro alla fune tra due diverse dimensioni per proteggere o divorare gli abitanti di una fittizia località chiamata Upsideville. A turni, i giocatori usano carte ed abilità allo scopo di attirare i Personaggi nelle rispettive dimensioni. Nel contempo, tentano di aumentare la consapevolezza dei cittadini rendendo più efficace una loro abilità così potente che può influenzare la sorti della partita ma che può essere usata una sola volta. Il gioco è scandito da 4 fasi svolte seguendo un ordine prestabilito: la prima è la fase della consapevolezza, in cui un giocatore può usare una delle sue abilità; è poi la volta della fase azioni (se ne possono svolgere fino a tre); nella fase attività si applicano gli effetti della carta su si trova il segnalino, che si muove nella quarta fase, detta appunto di “movimento”.
Il gioco è certo più complicato di come lo abbiamo brevemente descritto. Qualcuno dice sia troppo complesso per i principianti e troppo semplice per i giocatori più esperti, quel che è certo è che non si vive di soli libri, fumetti o videogiochi, anche il gioco da tavolo può servire per stimolare la propria fantasia. Noi de “Il gorgo nero” dedicheremo senz’altro articoli e recensioni anche a questo settore, che brulica di ottimi esempi in cui l’aspetto ludico si fonde a perfezione con l’aspetto narrativo, basti pensare ad Arkham horror, Le case della follia e il purtroppo mai tradotto in lingua italiana Betrayal at the house on the hill. A Catania intanto ci si potrà immergere in questa sfida tra bene e male, tra l’uomo comune e la bestia cosmica, magari con il sottofondo delle suggestive musiche elettroniche che John Carpenter era solito comporre per i suoi capolavori.
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