SERGIO GERASI: UN TALENTO TRA ORDINE E CAOS

(di LUCA RAIMONDI) - Tra gli ospiti di Etna Comics 2025, Sergio Gerasi è una figura di spicco nel panorama del fumetto italiano, con un contributo significativo al genere horror, in particolare attraverso la sua collaborazione con la serie Dylan Dog di Sergio Bonelli Editore, dove la sua interpretazione visiva ha contribuito a rinnovare l'estetica della serie, mantenendo intatta l'atmosfera gotica e inquietante che la caratterizza. Ha illustrato storie che spaziano dal classico horror psicologico a narrazioni più sperimentali, dimostrando una notevole versatilità stilistica. Tra i suoi lavori si annovera anche l'albo "Una storia d'orrore", pubblicato nel 2023, che esplora i confini tra realtà e finzione attraverso una narrazione metanarrativa coinvolgente.

Oltre a Dylan Dog, Gerasi nel 2022 è entrato a far parte del team di disegnatori di Eternity, una serie di Bilotta edita da Sergio Bonelli Editore, che mescola elementi horror e fantascientifici. La serie ha ricevuto il Premio Attilio Micheluzzi 2023 come miglior serie italiana.

Lo stile di Gerasi è riconoscibile per l'uso espressivo del bianco e nero, che conferisce alle sue tavole un'atmosfera onirica e inquietante, perfettamente in linea con le tematiche horror. La sua capacità di rappresentare emozioni intense e scenari surreali lo rende un interprete ideale per storie che esplorano l'inconscio e l'ignoto. Gerasi è spesso lodato per un tratto estremamente vitale e “nervoso”, capace di trasmettere tensione e inquietudine. In Dylan Dog #404, ad esempio, l’alternanza tra “pennellate secche, piene e nere” e scarabocchi vorticosi crea un effetto di instabilità visiva, come se le tavole “tremassero” per il terrore o l’emozione dei personaggi (vedasi: https://gliaudaci.blogspot.com/2020/05/dylan-dog-404-anna-per-sempre.html). Questo oscillare tra ordine e caos è un suo marchio di fabbrica: linee sottili e sinuose si mescolano a tratteggi più spessi e irregolari, accentuando sensazioni di smaterializzazione e disorientamento. Lavorando quasi esclusivamente in bianco e nero (soprattutto su Dylan Dog), Gerasi sfrutta al massimo il rapporto tra pieni e vuoti. Le ombre non sono semplici riempimenti scuri, ma elementi compositivi attivi: ritagliano figure, creano scorci onirici, talvolta suggeriscono presenze invisibili. Come nota Antonio Ausilio recensendo Eternity, la scelta di “ombre e tagli di luce” definisce un’atmosfera di sospensione dalla realtà, amplificata da un pattern di linee sottili e melliflue. Gerasi adotta spesso soluzioni di impaginazione non convenzionali: vignette sfumate nei margini, inquadrature diagonali o frammentate, utilizzo di neri pieni che cancellano i bordi tra le tavole. Questa scelta serve a immergere il lettore in un flusso di immagini continuo, dove la paura o l’emozione “esondano” dai margini della pagina, rompendo l’ordine tradizionale. Il narratore visivo diventa così parte del racconto, spingendo verso una lettura più intuitiva e meno lineare.

In varie interviste, Gerasi racconta di un viaggio in Francia per incontrare autori contemporanei e assorbire nuove soluzioni grafiche, in un’era pre-social. Dal surrealismo di Moebius al segno più materico di Bilal, emergono tracce di un’arte europea che privilegia l’atmosfera e l’emozione interiore. Il suo disegno non si limita a descrivere paesaggi o scene d’azione, ma scava nell’inconscio. Volti contratti, gestualità esasperate, ambienti che sembrano implodere o espandersi riflettono gli stati d’animo dei personaggi. Nelle storie di Mercurio Loi, ad esempio, la suspense e il grottesco trovano in Gerasi un perfetto interprete: ogni ombra sembra viva, ogni dettaglio grafico suggerisce minacce nascoste. Questa combinazione di tecnica e sensibilità lo rende uno degli autori più innovativi e riconoscibili del fumetto horror italiano contemporaneo.

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