LUCA RAIMONDO A ETNA COMICS

(di LUCA RAIMONDI) - Si avvicina l’edizione 2025 di Etna Comics, evento che ci vede ogni anno in prima fila. Oltre ad artisti già trattati in passato (Siniscalchi, Rincione o Celoni), quest’anno siamo particolarmente incuriositi dalla presenza di un nome quasi omonimo all’estensore di questo articolo. Si tratta di Luca Raimondo, Classe 72, formatosi professionalmente nella scuola salernitana ed esordisce nel 1995 sulla rivista a fumetti “Intrepido”. le cui illustrazioni si distinguono per la capacità di coniugare un tratto realistico a una forte carica suggestiva. Dotato di una certa versatilità stilistica, Raimondo riesce in particolare a fondere elementi storici e soprannaturali, creando un continuum visivo che rende credibili le tensioni narrative. Il suo ingresso in pianta stabile nello staff di Dampyr dal 2005 è stato salutato come una ventata di freschezza, sia per l’impatto grafico che per l’impostazione cinematica delle sue tavole. In serie come Dylan Dog e nella miniserie francese Le Temps des Loups, Raimondo ha ulteriormente affinato la propria cifra espressiva, declinando l’orrore in chiave psicologica e simbolica.

L’approdo di Raimondo su Dampyr con l’albo n. 92 nel 2005 ha segnato un punto di svolta per la serie: la sua interpretazione delle ambientazioni e dei personaggi fu definita “un respiro da gangster story” capace di infondere nuova linfa alla testata⁶. Allo stesso modo, lo speciale Dampyr #8: Orrore tra gli Amish è stato lodato per il “viaggio singolare” attraverso un contesto insolitamente rurale, dove il bianco delle pianure si contrappone al sangue e alle ombre, evidenziando il suo talento nel giocare con contrasti e silenzi. Analoghe recensioni positive si trovano su MangaForever, che sottolinea come Raimondo sappia “rinnovare il contesto” pur mantenendo la tensione narrativa tipica della serie.

Per quanto riguarda Dylan Dog, i contributi di Raimondo – pur limitati a un episodio del Color Fest – sono stati apprezzati per la capacità di adattare il suo stile ai toni onirico-grotteschi del Nostro, senza perdere la precisione anatomica e la cura per i dettagli ambientali⁹. Infine, la sua partecipazione a talk e panel (ad esempio a Lucca Collezionando 2025) mette in luce il riconoscimento della sua figura non solo come illustratore, ma anche come interlocutore tra fumetto e criminologia di genere.

Raimondo predilige un segno netto e deciso, caratterizzato da un uso intensivo del nero e da contrasti marcati che richiamano il noir cinematografico. La gestione delle luci e delle ombre non è mai fine a sé stessa, ma funzionale a un montaggio grafico che costruisce suspense tra una vignetta e l’altra. In Dampyr, ad esempio, l’ambientazione storica (la Seconda Guerra Mondiale, il folklore slavo) dialoga con il soprannaturale grazie a tavole in cui le figure umane emergono quasi scultoree contro scenari in dissolvenza.

Ne Le Temps des Loups, Raimondo esplora toni più cupi e surreali, creando creature ibridate tra lupo e uomo il cui disegno evoca pitture expressioniste: l’orrore non è solo visivo, ma anche psicologico, attraverso deformazioni corporee e paesaggi assediati dalla bestialità¹⁴. SensCritique osserva come la miniserie alterni momenti di caccia primordiale a scene di rituali esoterici, valorizzati proprio dalla resa materica dell’inchiostro e dal chiaroscuro drammatico.

Luca Raimondo opera in un filone in cui il fumetto horror italiano si apre a contaminazioni. Il suo lavoro su Dampyr mescola splatter e investigazione, mentre in Dylan Dog emerge la componente onirico-esistenziale del terrore. In Le Temps des Loups, infine, il post-apocalittico si intreccia con la mitologia licantropa, suggerendo una riflessione sull’istinto primitivo e la paura dell’altro. Tale poliedricità riflette un panorama fumettistico sempre più ibrido, in cui Raimondo si muove con naturalezza, offrendo una visione dell’orrore come specchio delle ansie contemporanee.

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